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BASTA PARTITE DI MINIBASKET, DI CALCIO E DI VOLLEY A 6-7 ANNI



Nelle partite i bambini non sanno cosa fare, sono tutti attorno alla palla, non conoscono lo spazio, non sanno cosa fare senza palla, tutti vogliono entrare in possesso della palla e chi è in possesso della palla va verso la libertà (ops), va (correndo con la palla in mano o tra i piedi) verso il canestro o la porta e tutti dietro. E se la perde, si ricomincia dalla parte opposta, non sempre però, perché qualche volta tira nel proprio canestro o nella propria porta!


E allora non è il tempo della partita, prima bisogna fare altro!

Cosa?

La MULTILATERALITA' è la chiave per il progresso di domani


Premessa

Nell’avviare i bambini di 6-7 anni alla pratica di una qualsiasi attività motoria e sportiva, è indispensabile che gli Istruttori (spesso poco Educatori ma molto Allenatori) fissino programmi di allenamento che rispettino i loro tempi e ritmi di apprendimento, le leggi dell’accrescimento e le loro caratteristiche morfologiche e funzionali.

Questi programmi di allenamento devono essere dedicati all’educazione di tutti gli schemi motori di base e posturali e al miglioramento di tutte le capacità motorie dei bambini (in special modo "curando" particolarmente le capacità coordinative e la mobilità articolare), concedendo spazio anche all’apprendimento (sotto forma di gioco) delle tecniche sportive.


In questo contesto

In questo contesto, gli Istruttori devono cercare di migliorare in particolare le capacità coordinative (coordinazione, equilibrio, orientamento del corpo nello spazio e nel tempo), la rapidità di reazione, la mobilità articolare, mentre le capacità condizionali (forza, rapidità e resistenza) devono essere allenate solo a sviluppo puberale avvenuto.


La programmazione

Nella programmazione il requisito fondamentale in quest’età è la “Multilateralità”, il cui scopo principale è quello di ottenere:

  • un miglioramento globale di tutte le capacità motorie;

  • un ampio apprendimento di un’elevata quantità di movimenti ("bagaglio motorio").

Tutto ciò per consentire al bambino una maggiore duttilità e la possibilità nel tempo, di ottenere margini di miglioramento più grandi.


Basta allenamenti unilaterali

Qualunque sport pratichino (individuale o di squadra), il bambino non deve svolgere un allenamento “unilaterale”, inteso a incrementare una sola capacità motoria che interessa solo la disciplina sportiva praticata, ma contemporaneamente deve essere messo in condizione di educare più schemi motori e allenare più capacità motorie.

Un programma “unilaterale e standardizzato” ha come obiettivo quello di allenare e sviluppare prevalentemente la capacità motoria principale della disciplina sportiva praticata e di conseguenza l’Istruttore adotta programmi di allenamento che utilizzano pochi e ripetitivi gesti, col rischio quasi inevitabile, di rallentare e di bloccare i processi di apprendimento motorio e sportivo del bambino.


Sì agli allenamenti multilaterali

Al contrario, un allenamento “multilaterale” favorisce lo sviluppo parallelo e contemporaneo delle capacità motorie allenabili nel bambino, in quanto utilizza esercitazioni differenti, alternate e polivalenti, pertanto la multilateralità del processo di allenamento deve essere “il principio informatore” dell’allenamento in età giovanile. I carichi di lavoro devono essere distribuiti in modo equo tra le numerose capacità motorie che devono essere educate (prima) e allenate (poi), valorizzando sempre più, nel tempo, quelle specifiche per la disciplina praticata.

La risposta adattativa a questi stimoli, consentirà un miglioramento dell’efficienza fisica globale e di conseguenza una più idonea capacità a compiere lavori muscolari generali e specifici.

In un corretto programma di allenamento multilaterale, il bambino, qualunque sia lo sport prescelto, passa attraverso una lunga fase di allenamento generale e solo in seguito dovrà essere avviato all’apprendimento dei gesti sportivi specifici della disciplina prescelta.


Conclusioni

A quest’età i metodi di allenamento devono essere interessanti, stimolanti e piacevoli, solo così potranno produrre risultati utili al proseguimento dell’attività sportiva.


Articolo a cura del Prof. Maurizio Mondoni




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